Paul Tudor Jones è uno dei trader e money manager più proficui e conosciuti.
E' diventato famoso per aver previsto ed approfittato del crollo dei mercati del 19 ottobre del 1987 realizzando più del 60% in quel mese e il 200% in quell'anno con il suo fondo il Tudor Jones Fund. Fondo nato nel 1984 con un patrimonio di 1,5 milioni di dollari, circa 20 dipendenti e un rendimento in 4 anni di circa 1.650%.
Oltre ad essere trader, gestore, imprenditore è un filantropo in quanto partecipa tutt'oggi attivamente a numerose iniziative di beneficenza.
Tudor ha iniziato come broker al New York Cotton Exchange avendo successo sin da subito realizzando più di un milione di dollari in commissioni. Successivamente diventa un floor trader sul mercato del cotone realizzando alcuni milioni di dollari in breve tempo e nel contempo realizzando un solo mese in perdita nell'arco di circa 3 anni.
Famose le sue 7 regole di trading concentrate molto sulla gestione delle posizioni e sull'approccio emotivo:
Riteniamo interessante l'intervista a Jones Tudor pubblicata sul libro di Jack F. Schwager:
Intervistatore J. F. Schwager: Quando hai iniziato ad interessarti di trading?
Jones Paul Tudor: Nel periodo del college lessi un articolo su Richard Dennis, e mi colpì molto. Pensai subito che quell'uomo avesse il miglior lavoro al mondo. Già sapevo qualcosa sul trading, mio zio era un commodity trader sul cotone, così chiesi a lui di aiutarmi ed introdurmi al trading. Mio zio mi mandò da Eli Tullis (altro grande cotton trader), e ottenni un lavoro al floor del New York Cotton Exchange.
Intervistatore J. F. Schwager: Per quanto tempo lavorasti al floor del New York Cotton Exchange? Cosa facevi esattamente?
Jones Paul
Tudor: Per molti mesi osservai i mercati per capire cosa li stesse muovendo, insomma, analisi del mercato. Alla fine di questo periodo andai a lavorare per
Eli.
Intervistatore J. F. Schwager: Hai imparato molto da Eli?
Jones Paul
Tudor: Certamente. Lavorare con Eli fu un'esperienza unica. Era uno dei migliori cotton trader in circolazione, e trattava più volumi di chiunque
altro.
Intervistatore J. F. Schwager: Cosa ti ha insegnato?
Jones Paul
Tudor: Una cosa molto importante che mi fece capire sin dall'inizio fu che il trading richiede un approccio emotivo particolare, e che devi essere pronto a prendere molti calci nel
sedere, ma senza mollare mai. Insomma, è fatto di sali e scendi.
Intervistatore J. F. Schwager: Ok, ma precisamente, cosa ti ha insegnato riguardo al trading?
Jones Paul
Tudor: Mi ha fatto capire l'importanza dei volumi e come comportarsi quando tratti grosse posizioni. Quando fai trading con moltissimi contratti, non puoi concederti il lusso di
pensare di uscire solo quando vuoi tu, ma anche quando il mercato te lo permette. Devi scambiare quando ci sono tanti volumi, e non quando ci sono nuovi massimi o nuovi minimi, perché in quei
casi i volumi sono bassi.
Intervistatore J. F. Schwager: Altre lezioni da Tullis?
Jones Paul
Tudor: Guardando Tullis imparai che non sempre un mercato è da comprare quando fa nuovi massimi, anzi, spesso è il miglior momento per vendere. Mi insegnò che per essere un buon
trader, spesso devi essere un contrarian.
Intervistatore J. F. Schwager: Avrai fatto decine di miglaia di operazioni. Te ne ricordi una in particolare?
Jones Paul
Tudor: Sì. Era il 1979 e stavo seguendo il cotone. In quel periodo era in un trading range compreso tra 82 e 86 centesimi, e io compravo ogni volta che il prezzo si avvicinava alla
parte bassa, accumulando una posizione di 400 contratti.
Un giorno il mercato andò oltre gli 82 e mi stoppò. Riprese subito a salire, una classica caccia agli stop.
Tutto si concluse con una grossa perdita.
Intervistatore J. F. Schwager: Quella operazione cambiò il tuo stile di trading in termini di rischio?
Jones Paul
Tudor: Assolutamente si. Ero talmente demoralizzato che pensai di mollare, che il trading non facesse per me.
Da allora cerco di regolare bene le mie posizioni e di vivere più rilassato. Se una posizione va contro di me chiudo, altrimenti la tengo e la gestisco meglio che
posso.
Intervistatore J. F. Schwager: Cos'altro di insegnò quell'operazione?
Jones Paul
Tudor: Capii che spesso l'attenzione va su quanto una determinata operazione può farci guadagnare, e non quanto ci potrebbe far perdere nel caso andasse contro di
noi.
In quel caso io pensavo a quanti soldi avrei fatto con quei 400 contratti, non a quanto avrei perso con lo stop
loss.
Intervistatore J. F. Schwager: Sai sempre quando uscire ancor prima di entrare?
Jones Paul
Tudor: Sì, ho sempre uno stop mentale che se raggiunto mi fa uscire, e non ci penso più.
Intervistatore J. F. Schwager: Quanto rischi su ogni singola operazione?
Jones Paul
Tudor: Non ragiono in termini di rischio su ogni singola operazione, ma dell'intero portafoglio. Ovvero, fisso un rischio massimo percentuale
sul capitale totale.
Intervistatore J. F. Schwager: Sei un contrarian, quindi spesso cerchi di entrare sui punti di svolta del mercato. Facciamo il caso in cui tu stia cercando un massimo per
entrare, e metti uno stop abbastanza stretto sopra il massimo stesso. Poi il mercato fa un nuovo massimo e vieni stoppato. Quante volte cerchi di prendere l'inversione prima che tu ti
arrenda?
Jones Paul
Tudor: Fino a quando cambio view dal punto di vista fondamentale. Oppure, quando mi rendo conto che le mie posizioni stanno andando male, riduco la mia
esposizione.
Intervistatore J. F. Schwager: Quali sono le tue regole di trading più importanti?
Jones Paul
Tudor: Non mediare le posizioni in perdita, mai. Diminuisci il volume delle tue posizioni quando il tuo trading va male, aumenta la tua esposizione quando va
bene.
Non fare trading in situazioni che non puoi controllare. Per esempio, io non faccio trading intorno ai momenti di rilascio di importanti dati economici, quelle sono
scommesse, non trading.
Se ha una posizione in perdita che non ti convince, non aspettare che il tuo stop loss venga preso, ma, semplicemente, esci da quella posizione. Puoi sempre
rientrare.
Non cercare di fare gli eroi e mettere da parte l'ego è molto importante. Mai pensare di essere bravi traders, ma cercare di essere
umili.
Intervistatore J. F. Schwager: Quali sono le falsità che la gente pensa sui mercati?
Jones Paul
Tudor: I mercati possono essere manipolati e che a Wall Street ci sia un gruppo di persone che controllano i prezzi.
In questo momento potrei andare in qualsiasi mercato e creare un movimento artificiale per un giorno o due, forse anche una settimana. Ma se in quel mercato non c'è reale
domanda, tutto cesserà nel momento in cui io finirò di comprare.
Intervistatore J. F. Schwager: Ogni giorno ti tieni in contatto con vari grandi traders, cosa fai quando hanno posizioni opposte alle
tue?
Jones Paul
Tudor: Ovviamente nessuno vuole essere contro dei trader in gamba. In merito alla tua domanda, quando qualcuno bravo ha un'opinione diversa dalla mia ne tengo conto e agisco
di conseguenza.
Intervistatore J. F. Schwager: Ci sono dei trader che segui in particolare?
Jones Paul Tudor: Marty Zweig e Ned Davis, ma il numero uno per me è Bob Prechter.
Intervistatore J. F. Schwager: Pochissimi trader hanno raggiunto il tuo livello. Cosa ti rende diverso?
Jones Paul
Tudor: Una delle mie più grandi qualità è di lasciarmi gli errori alle spalle dopo due secondi. Non mi importa degli errori fatti, l'importante è cosa farò dopo. Evito
l'attaccamento emotivo al mercato.
Intervistatore J. F. Schwager: L'aumento del capitale sotto management, ha reso più difficile il tuo trading?
Jones Paul
Tudor: Sì, molto più difficile
Intervistatore J. F. Schwager: Credi che guadagneresti con un capitale molto più ridotto?
Jones Paul
Tudor: Senza alcun dubbio
Intervistatore J. F. Schwager: Hai fatto performance incredibili nell'Ottobre del 1987, mentre per molti altri fu un mese da incubo. Potresti raccontarci qualcosa di quel
giorno?
Jones Paul
Tudor: La settimana del crollo fu il momento più eccitante della mia vita. Noi ci aspettavamo un crash dei mercati azionari sin dalla metà del 1986, e la conferma arrivò lunedì 19
Ottobre dell'anno dopo. Lo stesso giorno sentimmo che qualcosa stava per accadere.
Intervistatore J. F. Schwager: Cosa ti fece sentire così sicuro che quel giorno stesse per succedere qualcosa?
Jones Paul
Tudor: Il venerdì della settimana precedente ci fu un record sui volumi. La stessa cosa accadde nel crollo del 1929, con volumi record due giorni prima del
crash.
Noi applicammo il modello del 1929 al 1987.
Intervistatore J. F. Schwager: Quando chiudesti le posizioni aprere sul crollo?
Jones Paul
Tudor: Chiudemmo tutte le nostre posizioni short a ridosso della chiusura e aprimmo subito qualche long.
Intervistatore J. F. Schwager: Gran parte dei profitti di Ottobre furono dovuti agli short sugli indici?
Jones Paul
Tudor: No, avevamo delle posizioni molto profittevoli anche sui bond. Il giorno del crollo aprimmo una posizione sul bond molto ma molto consistente, la più grossa mai aperta da
noi.
Intervistatore J. F. Schwager: Usi dei trading systems?
Jones Paul
Tudor: Abbiamo testato un incredibile numero di sistemi, e dopo tanto tempo ne abbiamo trovato uno che funziona veramente bene. Per ovvi motivi non posso dirti
altro.
Intervistatore J. F. Schwager: E' un sistema contrarian o trend following?
Jones Paul
Tudor: E' un trend following. Si basa sui forti movimenti e sull'espansione del range.
Intervistatore J. F. Schwager: Il trading per il tuo fondo è basato su questo sistema?
Jones Paul
Tudor: Sì, abbiamo iniziato ad utilizzare il sistema sei mesi fa, e per adesso sta lavorando veramente bene.
Intervistatore J. F. Schwager: Tra un sistema automatico e un trader, chi vince?
Jones Paul
Tudor: Un sistema ha il vantaggio di poter analizzare tantissimi mercati allo stesso tempo, e poter così sfruttare più
occasioni.
Un buon trader però è insostituibile.