I principali alleati e nemici nel percorso dell'indipendenza finanziaria e della ricchezza.

 

In questa pagina troverete i punti salienti per raggiungere l'indipendenza finanziaria e per aumentare la propria ricchezza e i vs profitti.

 

Passiamo alla rassegna degli alleati:

 

CAPITALIZZAZIONE COMPOSTA degli interessi.  Per capitalizzazione composta degli interessi intendiamo quel meccanismo per il quale gli interessi prodotti dal capitale producono a loro volta altri interessi che a loro volta produrranno nuovi interessi. Questo fa sì che un capitale produca sempre più interessi e quindi rendimenti sempre più alti nel tempo con una crescita esponenziale nei rendimenti. Molti attribuiscono ad Albert Einstein l'accostamento della capitalizzazione composta all'ottava meraviglia al mondo questo per enfatizzare la potenza di questo meccanismo. Con la capitalizzazione composta il denaro genera altro denaro. Capitale genera altro capitale. Interesse genere altro interesse. Rendimento genera altro rendimento. Ricchezza genera altra ricchezza. 

Le banche sono le nostre maestre in tema di capitalizzazione composta, la loro ricchezza proviene appunto da questo strumento potentissimo.

Frasi celebri di Warren Buffett in tema: "La mia ricchezza viene dal fatto di vivere in America, dai buoni geni e dall'interesse composto".

In riferimento è fondamentale tener presente che anche per noi italiani è possibile investire in titoli americani (non è necessario vivere in America), anche noi possiamo beneficiare degli insegnamenti di Buffett (non è necessario essere abili come Buffett e tra l'altro possiamo anche acquistare i titoli della sua azienda) e anche noi dobbiamo sfruttare la potenza dell'interesse composto.

Insegnamo a sfruttare la capitalizzazione composta sia nel  corso di Trading a Capitale Garantito, sia nel corso Trading Speculativo e sia nel corso sugli Investimenti.

 

TEMPO. Il tempo è il secondo fattore più importante. Ci vuole tempo per  ottenere le potenzialità massime dalla capitalizzazione degli interessi e per vedere i propri investimenti fruttare sempre più denaro. Gli uomini più ricchi del mondo hanno avuto gli stessi assets per anni (Bille Gates, Warren Buffetts, Steve Jobs, Ferrero, Giorgio Armani e Silvio Berlusconi per citare qualche esempio italiano etc...), questo tempo ha incrementato notevolmente il valore delle proprie aziende ed attività. Il tempo e la capitalizzazione composta sono il binomio più potente in tema di economia e finanza.

Frasi celebri di Warren Buffett in tema: "Non importa quanto grandi siano il talento e l'impegno, alcune cose richiedono tempo. Non si può fare un bambino in un mese mettendo incinta nove donne"; "Acquisto come se dovessero chiudere la borsa domani e non riaprirla più per i prossimi cinque anni"; "Il nostro periodo di investimento ideale è per sempre".

 

RENDIMENTI. Banale ma allo stesso tempo verità assoluta, più alto è  il tasso di rendimento tanto più il tempo e la capitalizzazione composta daranno i propri frutti. Il rendimento è espresso sempre in punti percentuali. Il parametro base è il rendimento dei titoli di stato a media e lunga scadenza in quanto considerati privi di rischio (il livello minimo di rischio). Un investimento, che in genere è sempre più rischioso dei titoli di stato, per essere appetibile deve avere un rendimento sempre superiore a quello dei titoli di stato. Acquistereste un immobile al fine di locarlo se il rendimento netto è inferiore a quello di un btp trentennale?

 

ATTIVI. Per attivo intendiamo tutto quello che genera flussi finanziari a nostro favore. Intendiamo titoli azionari, partecipazioni in società non quotate, appartamenti, uffici, autorimesse, terreni, titoli di stato, obbligazioni, licenze e brevetti, mobili locati, leasing, etc... Questo portale di Benessere Finanziario è un altro esempio di attivo e in regime di capitalizzazione composta in quanto come spiegato sopra tutti gli utili saranno investiti in titoli. Ogni attivo ha un prezzo di acquisto per cui è possibile rapportare i flussi finanziari generati su basa annua sul prezzo di acquisto e verificare così il rendimento che come anticipato deve essere sempre superiore al rendimento minimo dei titoli di stato (meglio paragonare i rendimenti al netto delle imposte, in quanto i titoli di stato godono di un imposta più bassa, del 12,5%).

Il nostro attivo che preferiamo di più è il singolo titolo azionario, in secondo luogo gli ETF azionari.

 

POSTICIPAZIONE DELLE IMPOSTE (tassazione). C'è differenza nella tassazione tra il trading di breve termine (o un conto deposito, un libretto al risparmio, etc.) e l'acquistare un titolo e detenerlo per anni? assolutamente sì.  Nel primo caso, con il trading, ad ogni profitto si pagano le imposte (oppure di anno in anno come per il conto deposito, il libretto a risparmio etc.) su ogni operazione e quindi l'imposta pagata non sarà ricapitalizzata e quindi non sarà reinvestita (non genera altri interessi) mentre detenendo un titolo più tempo si posticiperà il pagamento del capital gain (mentre le imposte sui dividendi si pagheranno anno per anno) esclusivamente al disinvestimento, per cui le imposte sul capital gain si pagheranno esclusivamente alla fine del periodo (magari dopo 5-10-15 anni) ed avranno avuto la possibilità di produrre altro denaro in regime di capitalizzazione composta. Con gli investimenti di lungo termine si posticipa il pagamento delle imposte e al contempo si percepiscono gli interessi sul quelle imposte maturate ma non ancora versate all'erario. Più i rendimenti sono alti e più tempo passa e più vi sarà un effetto positivo sul rendimento complessivo. Le differenze sono enormi.

Facciamo un esempio per capire la forza della capitalizzazione composta degli interessi e la posticipazione delle imposte: Warren Buffett, attraverso la sua società Berkshire Hathaway, ha accumulato 400 milioni di azioni in Coca Cola, la più famosa bibita al mondo, a partire dal 1988 investendo circa 1,3 miliardi di dollari. Questa partecipazione al dicembre 2016 grazie alla redditività dell'azienda, all'interesse composto e all'assenza di pagamento delle imposte (non avendo mai venduto non ha mai pagato imposte sul capital gain ma solo sull'incasso dei dividendi annuo) ha raggiunto un valore di circa 16,6 miliari di dollari con un rendimento del 1.200% ca (senza considerare i dividendi!). A questo punto qualora Warren Buffett liquidasse la posizione con il regime fiscale italiano al 26% (facciamo questo esempio perché a noi interessano le imposte in Italia) pagherebbe immediatamente 4 miliardi di dollari di imposte (circa 3 volte il proprio investimento iniziale). Dalla vendita ricaverebbe quindi 14,4 miliardi di dollari(16,6-4=14,4 ) riducendo così il suo capitale del 24% un operazione insensata se quella disponibilità fosse indirizzata ad un altro titolo in quanto partirebbe con un deficit di già il 24%. La vendita a questo punto ha senso solo se si ha bisogno di liquidità. Consideriamo inoltre che i dividendi del 2017 per quella posizione in Coca Cola ammontano a circa 600 milioni di dollari (0,6 miliardi) ovvero quasi la metà dell'investimento iniziale (di 1,3 miliardi).

Frasi celebri di Warren Buffett in tema: "(la posticipazione delle imposte sul capital gain è) un prestito che il governo ti concede potenzialmente all'infinito".

 

CRISI E RIBASSI DEI PREZZI. Le crisi finanziarie ed economiche rappresentano le migliori fasi per acquistare gli attivi. Quando tutti vendono e si è in una situazione di panico non si trovano acquirenti e i prezzi crollano. In questi momenti si realizzano le occasioni migliori, in questi momenti il rendimento aumenta tantissimo in quanto a parità di flusso finanziario (cedola, dividendo, canone di locazione, etc.) il prezzo di acquisto è crollato. Attenzione, queste fasi devono essere generalizzate e non riguardanti uno specifico singolo asset. Quindi quando gli indici di settore (azionari, immobiliari, etc...) crollano è il momento di investire e acquistare. Non è il momento di investire se invece vi è un solo titolo controcorrente (se la borsa sale e un singolo titolo scende, non bisogna comprarlo).

Frasi celebri di Warren Buffett in tema: "Basta avere paura quando gli altri sono avidi ed essere avidi quando gli altri hanno paura"; "La maggior parte delle persone si interessa di azioni quando è di moda. Il momento giusto per interessarsi è quando nessuno lo fa. Non si può comprare ciò che è popolare e guadagnarci"; "Le grandi opportunità di investimento si manifestano quando aziende eccellenti si trovano in circostanze inusuali che provocano il deprezzamento delle loro azioni".

 

BASSO INDICE DI ROTAZIONE DEL PORTAFOGLIO.  Il portafoglio degli attivi, ovvero dei nostri investimenti deve avere un basso indice di rotazione. Meno si cambiano gli investimenti e meglio è. Occorre acquistarli, monitorarli cercando nel contempo di non venderli.

Grazie a questa operatività avremo meno costi per le transazioni (commissioni di negoziazione, imposte di registro, spese notarili, etc.), lasceremo le imposte maturare altro rendimento e il tempo produrre i propri effetti.

 

DOLLAR COST AVERAGING - PAC, Piano di Accumulo Capitale. Il Dollar Cost Averaging è un sistema di entrata in attività finanziarie che prevede l'acquisto ad intervalli temporali regolari la stessa somma di denaro. L'acquisto cadenzato permette di smussare gli eccessi di rialzo o ribasso di prezzo ottenendo una media aritmetica di tutti i prezzi di acquisto dei diversi intervalli. In parole ancora più semplici consiste nell'investire in più trance e non in unica soluzione.

Un esempio di Dollar Cost Averaging può essere l'investimento di 1.000 euro mensili nel titolo Apple inc.  per i prossimi 12 mesi, 180 mesi o fin quando si vuole.

Questo permette di abbattere notevolmente i rischi di ribasso dei prezzi in quanto si diversificano i momenti  e i prezzi di acquisto.

Questa modalità è sicuramente ideale per chi ha una quota disponibile periodica da investire e/o per chi vuole ridurre drasticamente il rischio.

Il Piano di Accumulo Capitale è un sistema di acquisto automatico previsto per fondi comuni di investimento, fondi pensione, etf, polizze vita e prodotti simili predisposto dal broker che utilizza proprio la modalità del Dollar Cost  Averaging. Una volta firmato il mandato di PAC all'intermediario ci sarà un addebito in conto per investire nel prodotto scelto secondo la cadenza, la somma e il numero di periodi prescelto in anticipo senza alcun vincolo (si può interrompere e prelevare tutto quando si desidera). Il PAC si contrappone al PIC ovvero al Piano di Investimento Capitale che prevede semplicemente l'acquisto di un prodotto finanziario in una sola soluzione (una tantum). 

Il Dollar Cost Averaging rispetto all'investimento in un unica soluzione presenta vantaggi e svantaggi. Fra i vantaggi sicuramente quello di avere un rischio inferiore, di avere un rendimento più alto nelle fasi ribasso e poi di risalita (grafici ad forma di V) e di richiedere una disponibilità liquida inferiore. Fra gli svantaggi quello di rendere meno in fase di mercato rialzista (in quanto si investe mediamente ad un prezzo sempre più alto) e in generale di comportare un rendimento mediamente inferiore, anche se statisticamente non molto difforme. Potrebbe, ma dipende dall'intermediario, inoltre comportare dei maggiori costi transazionali.

Conoscendo ad ogni modo questa forma per entrare in posizioni possiamo creare delle varianti a nostro piacimento. Ad esempio sarebbe possibile investire magari prima un 20% del proprio portafoglio e poi cadenzare il resto ogni mese per diversi anni, oppure investire mensilmente ma aumentando l'importo se il prezzo corrente è inferiore a quello del mese precedente e così via. In definitiva il Dollar Cost Averaging va annoverato fra i principali alleati per la ricerca dell'indipendenza finanziaria.

 

TENDENZA RIALZISTA DEI MERCATI AZIONARI. Le azioni mediamente (gli indici) nel lungo termine sono sempre a rialzo. Questo dato statistico ci è di formidabile ausilio nell'investimento.

 

CULTURA e INFORMAZIONE. L'ignoranza costa in termini di performance, mentre la cultura e l'informazione rendono. Warren Buffett ad esempio ha dichiarato di leggere circa 500 pagine ogni giorno. La maggior parte del suo tempo, soprattutto quello lavorativo, lo passa a leggere (bilanci, reports, giornali, libri, etc...) "Più leggi, più sei informato, meno sei impulsivo".

 

 

Fra le principali criticità annoveriamo invece:

 

INFLAZIONE. L'inflazione è costituito dall'aumento generalizzato dei prezzi. Se ad esempio l'anno scorso avessimo avuto un inflazione del 2% significherebbe che in media i prezzi dei beni di consumo (pane, pasta, riscaldamento, etc.) sarebbero cresciuti del 2%. Con l'aumento dei prezzi il denaro perde valore per cui se si ha un capitale fermo, ovvero non investito (magari in contanti, oppure su un conto corrente, etc..) l'inflazione eroderà sempre di più il valore reale del capitale.  Se ad esempio nel 2007 avessimo avuto 100.000 euro in contanti, 10 anni dopo sugli gli stessi avremmo avuto una perdita di valore o meglio di potere di acquisto di oltre il 15%. Il valore nominale sarebbe rimasto lo stesso, ovvero 100.000 euro ma il valore reale ovvero il rapporto tra valore nominale e prezzi sarebbe calato. Purtroppo l'inflazione è da considerare un rendimento a tasso negativo e in regime di capitalizzazione composta, per cui la perdita di potere di acquisto che genera è esponenziale. L'inflazione è l'antagonista del rendimento. I migliori modi per difendersi dall'inflazione sono rappresentati proprio dall'investimento in asset produttivi. Essere invece inermi detenendo liquidità non investita è il modo peggiore per affrontare l'inflazione.

 

DEBITO e INTERESSI SUL DEBITO.  Gli interessi sul debito rappresentano un costo molto elevato per il risparmiatore/investitore per cui occorre limitare al massimo il denaro a prestito e cercare di utilizzarlo al massimo per l'acquisto di beni produttivi. Se il finanziamento, prestito, mutuo è finalizzato all'acquisto di un asset il tasso di interesse a debito deve essere inferiore al  rendimento dell'investimento. Nei casi in cui il prestito è indispensabile (acquisto casa, spese mediche, etc.) sarebbe opportuno richiedere l'importo più basso possibile e con la durata più breve possibile.

Gli interessi a debito ci lavorano contro in regime di capitalizzazione composta per cui l'effetto devastante per le nostre economie è altissimo.

 

COMMISSIONI DI NEGOZIAZIONE (e costi transazionali più in generale). L'acquisto di investimenti comporta costi di transazione e ogni tipo di asset ha una tipologia di costo. Ad esempio l'acquisto di  un immobile comporta l'imposta di registro (che per un immobile uso non abitativo arriva addirittura al 9%), quella ipotecaria, catastale e il compenso del notaio e magari anche le spese di agenzia immobiliare, l'acquisto di un azione comporta le commissioni di negoziazione una tantum, l'acquisto di un ETF comporta le commissioni di negoziazione (una tantum) e le commissioni di gestione ricorrenti (ogni anno) e così via. Chiaramente più sono alti questi costi e più bassi saranno i rendimenti. Occorre dunque fare attenzione a questo aspetto limitando al minimo i costi cercando intermediari (broker e notai) che offrano le migliori condizioni, scegliendo classi di attivi che costano meno (ad esempio gli ETF sono molto più economici in termini di commissioni rispetto ai fondi comuni di investimento), limitando al massimo il turnover degli stessi attivi e considerando anche volumi che permettano il risparmio delle commissioni fisse e/o minime (attenzione ai PAC e al dollar cost averaging).

 

PASSIVI. Tutti gli acquisti che generano dei costi, o  meglio dei saldi negativi tra ricavi e costi, ricorrenti sono dei passivi. In termini aziendali è tutto quello che rientra nello stato patrimoniale passivo del bilancio. Esempi di passivi sono il debito (prestiti, mutui, finanziamenti, etc in quanto comportano il pagamento degli interessi), gli autoveicoli ad uso proprio (costo di manutenzione, assicurazione, bollo, etc...), le barche (se invece le noleggiamo diventano degli attivi), etc.

Per diventare finanziariamente indipendenti occorre che gli attivi siano superiori per quantità e rendimento ai passivi.

 

IMPOSTE e TASSE. Le imposte e le tasse sono naturalmente un freno che rallenta l'indipendenza finanziaria tuttavia è importante osservare che i soggetti finanziariamente indipendenti pagano legalmente meno imposte in proporzione al proprio reddito . Sembra strano ma è  la realtà. Questo perché scelgono forme di investimento con imposizione più bassa ma soprattutto perché il reddito proveniente dal patrimonio (proprio le entrate passive) è tassato in maniera inferiore rispetto al lavoro. Basti pensare che in Italia le aliquote irpef previste per lo scaglione superiore ai 28.000 euro sono del 38%, del 41% oltre i 55.000 euro e del 43% oltre i 75.000 euro mentre i canoni di locazione nel regime di cedolare secca ammontano ad appena il 10% per i contratti a canone concordato e al 21% per i contratti a canone libero, mentre per le imposte sui titoli di stato sono del 12,5% e per i titoli azionari (etf, fondi, conti deposito, etc.) del 26%.

A titoli di esempio (è possibile effettuare i calcoli al seguente sito www.irpef.info/calcolairpef.html) un soggetto che risiede a Roma e guadagna 35.000 euro lordi annui derivanti da lavoro dipendente pagherà 8.900 euro di imposte (comprese le comunali e regionali) mentre una rendita da canone di locazione nel regime di cedolare secca sarà tassata di 7.350 euro (21%). Raddoppiando il reddito nell'esempio sopra il dipendente pagherà 23.400 euro, mente  il proprietario immobiliare 14.700 euro. L'immobiliarista risparmierà il 37% rispetto al dipendente.

E se invece il paragone viene fatto tra il dipendente e un azionista? Il dipendente di Roma che guadagnerà più di 35.000 euro l'anno pagherà meno imposte di chi percepisce lo stesso reddito da proventi azionari ma le cose cambiano per redditi superiori ai 36.300 euro, da lì in poi l'azionista pagherà meno.

Se paragoniamo invece il dipendente romano al  cassettista in titoli di stato (btp): il dipendente oltre i 15.000 euro di reddito annuo pagherà di più di chi percepisce lo stesso reddito da cedole di titoli di stato. Se il dipende guadagna 35.000 pagherà 8.900 euro, mentre il risparmiatore/investitore in titoli di stato su 35.000 euro di cedole pagherà 4.400 euro ovvero circa la metà! Nel caso di un un reddito di 100.000 euro il dipendente pagherà 36.000 circa mentre l'investitore 12.500 euro, circa un terzo! Inoltre dobbiamo ricordarci che l'irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche) ovvero le Imposte sul Reddito delle Persone Fisiche sono calcolate a scaglioni per cui eventuali straordinari, gratifiche e promozioni saranno tassate all'aliquota marginale ovvero quella più alta. Ad esempio il soggetto che percepisce 80.000 euro da lavoro dipendente e riceve una promozione che gli comporta un aumento in busta paga di 400 euro riceverà un aumento netto esclusivamente di 228 euro in quanto l'aliquota margina è del 43%. Se siete dipendenti dovreste continuarlo ad essere (meglio avere più redditi possibili) ma dovreste diventare anche investitori e il prima possibile. 

 

FRETTA DI INCASSARE PROFITTI. In proposito Warren Buffett ci insegna: "Vendere i titoli quando s'è guadagnato abbastanza è come tagliare i fiori e innaffiare le erbacce". Quello di liquidare troppo presto i profitti è uno degli errori più comuni questo per svariati motivi (parte dei quali già analizzati sopra):

  • una volta che liquidiamo la posizione dobbiamo necessariamente pagare l'imposta sul capital gain e quindi al prossimo nostro investimento di quella somma investiremo meno e quindi perdiamo il "prestito dello stato a tasso zero" sul quale guadagnamo interessi in regime di capitalizzazione composta;
  • una volta che liquidiamo la posizione dobbiamo necessariamente sostenere nuovi costi transazionali al momento della nuova occasione di mercato, maggiori costi = maggiori difficoltà di fare profitto;
  • se il titolo ha reso è più probabile che continuerà a farlo. L'investimento deve mirare alla rendita a vita e non alla plusvalenza occasionale o ripetuta. Dobbiamo aggiungere asset produttivi al nostro stato patrimoniale in modo da creare una molteplicità di redditi passivi;
  • si perde il fattore tempo. Occorre lasciare l'occasione al fattore tempo di produrre il massimo potenziale in combinazione con l'interesse composto;
  • incassare i profitti richiede lavoro ed energie mentali;
  • la "Legge di Pareto" (80-20) e la "Legge di Potenza" ci confermano che la distribuzione dei rendimenti e  dei profitti favorisce gli eccessi e quindi gli elevatissimi profitti. Se liquidiamo presto i profitti non avremo mai la possibilità di cavalcare i grossi trends di mercato;
  • Gli esempi dimostrano che è il modo più efficiente per arricchirsi: cosa sarebbe successo a Bill Gates se avesse venduto tutte le azioni di Microsoft dopo aver realizzato il primo profitto del 20%? cosa a  Warren Buffett? e a Steve Jobs? a Mark Zuckerberg? La quasi totalità degli uomini più ricchi al mondo hanno gli stessi asset finanziari di sempre e non si sono accontentati dei primi profitti.

 

 Ricordiamo l'esempio reale Coca Cola di Warren Buffett: acquisto a partire dal 1988 per 1,3 miliardi di dollari totali (in varie trance) e valore attuale complessivo a fine 2016  di 16,6 miliardi di dollari. Cosa sarebbe successo se Buffett avesse liquidato subito i profitti magari accontentandosi di 0,1 miliardi di profitto?

Ti ricordiamo che puoi fare trading senza rischiare il capitale iniziale e quindi con zero perdite utilizzando la strategia al seguente link:

Trading a Capitale Garantito. 

 

Oppure puoi concentrarti sul Trading Speculativo.