• Principi di Analisi Tecnica e di Analisi Euristico Quantitativa.

Si precisa che l'Analisi Tecnica è solo uno degli strumenti del Trading Speculativo, del Trading a Capitale Garantito (senza perdite sul capitale iniziale) e degli investimenti.

 

 

Definizione, presupposti e finalità.

Quando si parla di investimenti a breve termine è indispensabile far riferimento all’Analisi Tecnica.

L’Analisi Tecnica è una disciplina che si prefigge di individuare delle condizioni di mercato, avvalendosi di procedure grafiche ed euristico-quantitative, in cui è possibile ravvisare un vantaggio statistico, una ripetibilità del mercato che permette di trarre di profitto.

 

Una delle prime definizioni classiche di Analisi Tecnica risale a quella indicata nel 1957 nel testo (Edwards R.D. magee J., Technical Analysus of Stock Trends, Magee 1957) è: “Technical Analysis is the science of recording, usually, in graphic form, the actual history of trading … in a certain stock or in teh averages and ten derivino from tha pictured history the probabile future trend”.

 

Altra definizione di rilievo è quella di Jphn J. Murphy: “Techical Analysis is the study of market action, primarly throught the use of charts, for the purpose of forecasting future price tends”.

 

L’Analisi Tecnica è fondata essenzialmente su tre presupposti, ovvero:

 

  1. I Prezzi scontano tutto. Il mercato riflette e racchiude tutto il patrimonio informativo esistente. Ogni informazione, notizia, dato, variabile economica, politica, monetaria è sempre e comunque riflessa nel prezzo di quotazione. In altre parole il prezzo è il punto di incontro tra gli acquirenti ed i venditori che conoscono le informazioni. Quindi non è importante analizzare le informazioni bensì studiare l’andamento dei prezzi in quanto essi stessi inglobano tutte le informazioni disponibili sul mercato
  2. La storia si ripete. Secondo questo presupposto le reazioni a determinati input sono sempre, in linea di massima, le stesse. I movimenti di mercato non sono mai perfettamente identici, ma il riconoscimento di determinati comportamenti di mercato offrono la possibilità di avere un vantaggio statistico circa l’esisto borsistico. L’andamento dei prezzi ha un movimento “ripetitivo” (mai esattamente allo stesso modo). Per questi motivi, si suole spesso affermare che il trading è: “un mero riconoscimento (e sfruttamento) di pattern (modelli)”.
  3. Forza del trend. Un definito andamento dei prezzi, sia esso rialzista, ribassista o laterale è da ritenersi ancora in essere (valido) fin quando non si ravvisino gli estremi per un cambio di direzione. Risulta quindi fondamentale riconoscere, oltre ai pattern, anche la direzione del trend in atto in relazione ad un determinato orizzonte temporale. Infatti parlare di trend senza indicare a quale orizzonte temporale si riferisce ha poca utilità.

 

L’Analisi Tecnica ha l’obiettivo di identificare con un determinato grado di probabilità parte dei punti di svolta o di continuazione in una tendenza dei prezzi. L’Analisi Tecnica, dunque, risulta utile per individuare i punti di ingresso e di uscita, e quindi anche i momenti opportuni per entrare ed uscire ad alta probabilità di riuscita.

 

 

Storia

Il pioniere dell’Analisi Tecnica in occidente è sicuramente Charles Henry Dow (1851-1902) fondatore del prestigioso quotidiano statunitense The Wall Street Journal e dell’indice di borsa più conosciuto al mondo, il DOWJONS (indice creato in collaborazione con Edward Jones).

 

Il complesso lavoro apparso in numerosi articoli di Dow fu incentrato sulla semplice osservazione che l’andamento azionario mostrava dei comportamenti ripetitivi e cioè fasi di ascesa dei prezzi erano seguiti da discese e viceversa e che queste due fasi erano intervallate da movimenti laterali del mercato. Inoltre queste osservazioni erano rivolte principalmente alla previsione di dei cicli economici e non tanto al comportamento dei prezzi stessi.

 

William Peter Hamilton organizzò e sviluppo i numerosi articoli, dopo circa 20 anni dalla morte di Dow, pubblicando nel 1921 Stock Market Barometer.

Questo lavoro fu poi proseguito da Robert Rhea che pubblicò Dow Teory nel 1932.

 

Il presupposto fondamentale della Teoria di Dow è che: l’indice dei prezzi delle azioni riflette tutte le decisioni aggregate e le emozioni, correnti e potenziali, di tutti gli operatori del mercato azionario.

 

Secondo la Teoria di Dow - Dow Teory il movimento del mercato è costituito dai seguenti tipi:

  • Movimento Primario (Major Trend): è il movimento dei prezzi principale. La sua durata va da uno a più anni.
  • Movimenti Secondari (Intermediate Trend): sono tendenze dei prezzi opposti al movimento principale. La durata di questi movimenti va da tre settimane a molti mesi e possono presentare ritracciamenti da uno a due terzi del movimento primario.
  • Movimenti Terziari o Minori (Minor Trend): sono rialzi o ribassi che hanno durata limitatissima, al massimo tre settimane. Questi tipi di movimento non influenzano gli altri tipi di movimento.

 

La teoria prevede anche che il ciclo completo di mercato è composto da sei fasi:

  • Accumulazione: è una fase di ribasso o immediatamente preceduta da un ribasso in cui le cosiddette mani forti (grossi investitori professionali) iniziano ad acquistare gradualmente a prezzi “bassi”. Nel momento degli acquisti graduali i mercato inizia a muoversi lateralmente.
  • Convinzione: in questa fase c’è una convinzione “diffusa” che il mercato è in rialzo e che quindi sono ravvisabili buone opportunità per comprare.
  • Speculazione: è la fase culmine del rialzo. Le quotazioni salgono ad una velocità superiore, in altre parole l’inclinazione dei grafici cresce. Questo fenomeno, tra l’altro amplificato e pubblicizzato anche dai mezzi di comunicazione, attira anche le cosiddette mani deboli e cioè i piccoli risparmiatori che acquistano a prezzi “gonfiati” ed entrano proprio quando invece è tempo di uscire.
  • Distribuzione: gli operatori professionali iniziano ad alleggerire le proprie posizioni e quindi prendono profitto gradualmente con gli effetti che il mercato inizia a compiere dei movimenti laterali.
  • Panico: in questa fase i prezzi invertono ed inizia un forte e rapido movimento ribassista. In questa dura fase si inizia a “vendere al meglio” e le mani forti iniziano a conseguire perdite in conto capitale.
  • Frustrazione: in quest’ultima fase gli ultimi venditori (mani deboli) escono dal mercato con consistenti perdite.

 

È importante notare che nelle fasi di accumulazione e distribuzione i movimenti si muovono lateralmente. Sono momenti di congestione in cui i prezzi rimangono all’interno di un corridoio, di un canale chiamato Trading Range.

Nelle fasi di rialzo o di ribasso invece il trend è caratterizzato dal superamento di precedenti massimi o minimi.

Dunque uno dei primi segnali di inversione di tendenza sarà dato dal fallimento del mercato nel creare un nuovo massimo o minimo più alto o più basso del precedente.

 

 

Trend e Trend Line

 

Trend

Il Trend può essere definito come una tendenza dei prezzi a comportarsi in un determinato modo. In particolare il Trend è la direzione che le quotazioni dei prezzi intraprendono. Il concetto di tendenza deve essere sempre rapportato all’orizzonte temporale.

Si distinguono 3 tipi di trend: Rialzista, Ribassista e Laterale.

 

Il TREND RIALZISTA è considerato come il movimento dei prezzi caratterizzato da una serie di rialzi sequenziali, ognuno dei quali supera il precedente massimo, interrotti da correzioni in direzione contraria, ognuna delle quali termina sopra il precedente minimo.

 

In altre parole l'Up Trend è caratterizzato da una serie di massimi e minimi crescenti.

 

Semplificando ancora possiamo considerare esclusivamente i minimi crescenti (e non i massimi) dicendo che il trend rialzista è caratterizzato da una successione di minimi crescenti e cioè di valore sempre più alto rispetto ai precedenti.

 

Il TREND RIBASSISTA è considerato, invece, come il movimento dei prezzi caratterizzato da una serie di ribassi sequenziali, ognuno dei quali termina sotto il precedente minimo, intervallati da correzioni in opposta direzione, ognuna delle quali non riesce a superare il precedente massimo.

 

In pratica si hanno minimi e massimi decrescenti.

Anche in questo caso per semplificare ulteriormente possiamo considerare esclusivamente i massimi decrescenti (e non i minimi) affermando che il trend ribassista è costituito da una sequenza di massimi decrescenti e cioè di valore sempre più basso rispetto ai precedenti.

 

I Trend possono essere individuati intuitivamente e graficamente tracciando le TREND LINE, ovvero delle LINEE DI TENDENZA.

 

La Trend Line è una retta che collega due massimi (minimi) relativi

 

Tracciare queste linee può sembrare operazione semplice ma in realtà una Trend Line valida richiede esperienza ed attenzione.

 

Il medoto per tracciare una corretta Trend Line prevede:

 

1) Individuare e selezionare l'orizzonte temporale del quale si vuole individuare il trend e su cui quindi si vuole tracciare la trend line. Si ricordi infatti che non ha senso parlare di trend senza un determinato orizzonte temporale di riferimento;

 

2) Individuare i massimi ed i minimi dell'orizzonte temporale sopra indicato, i quali possono rappresentare i punti attraverso i quali sarà tracciata la linea di tendenza. Nella maggiore parte dei casi e anche nel nostro sistema di investimento vanno considerati i massimi ed i minimi di ogni barra, mentre alcuni trader considerano esclusivamente le chiusure;

 

3) In caso di TREND RIALZISTA tracciare un segmento ascendente da uno dei minimi più bassi fino al minimo precedente al massimo più alto, in maniera tale che la linea di tendenza NON attraversi alcun altro prezzo durante il percorso tra i due minimi. Estendere questa linea oltre il massimo più alto.

 

4) In caso di TREND RIBASSISTA tracciare un segmento discendente da uno dei massimi più alti fino al massimo precedente al minimo più basso, in maniera tale che la linea non attraversi alcun prezzo durante il percorso tra i due massimi. Questa linea va poi estesa oltre il minimo più basso.

 

Come scritto sopra le linee di tendenza vanno tracciate esclusivamente su due punti (2 massimi o 2 minimi) e non ci devono essere attraversamenti della trend line fra i due punti presi per tracciare la trend line.

 

Qualora infatti si ravvisasse un interessamento dei prezzi sulla trend line fra i due punti sui quali è tracciata la linea stessa questa NON sarebbe una trend line valida.

 

Come scritto sopra la trend line serve ad individuare graficamente ed ad occhio la direzione dei prezzi in un determinato momento.

 

Altra funzione è quella di indicare un cambio di tendenza dei prezzi nel momento in cui viene attraversata dai prezzi.

 

Infatti in un movimento rialzista è possibile che i prezzi attraversino la trend line rialzista subito dopo l'ultimo minimo preso per tracciare la linea indicando un possibile cambiamento di trend.

 

Allo stesso modo in un movimento ribassista è possibile che i prezzi attraversino la trend line ribassista subito dopo l'ultimo massimo preso in considerazione per la costruzione della trend line indicando un possibile cambiamento di trend.

 

L'analisi tecnica tradizionale prevede che ci sarà un cambio di tendenza all'orquando si verifichino tre condizioni non necessariamente in un determinato ordine cronologico:

 

1) Avvenga uno sforamento della trend line. Nel caso di trend line rialzista lo sforamento deve avvenire necessariamente dall'alto verso il basso. Nel caso di trend line ribassista lo sforamento deve avvenire necessariamente dal basso verso l'alto;

 

2) In un trend rialzista i prezzi dovo aver formato un massimo ritracciano e risalgono testando il massimo appena indicato. In un trend ribassista i prezzi dopo aver formato un minimo sviluppano un rally per poi ritracciare e ritestare il minimo appena indicato;

 

3) In un trend rialzista i prezzi devono scendere al di sotto del minimo immediatamente precedente. In un trend ribassista i prezzi devono salire al di sopra del massimo immediatamente precedente.

 

A questo punto vorrei spendere qualche parola circa le probabilità ed il significato della violazione di trend line rispetto al cambiamento di trend.

 

La stragande maggioranza dei testi di analisi tecnica lascia intendere che ad ogni violazione di trend line (o rimbalzo) ci sia un'inversione (o continuo ) di tendenza.

 

Quest'aspetto è completamente fuorviante.

 

In pratica  NON bisogna fidarsi della semplice trend line per prevedere un cambio di direzione!

Vedo la violazione di una trend line come CONDIZIONE NECESSARIA ma NON SUFFICIENTE affinchè si realizzi un'inversione di trend.

 

Infatti è matematicamente e geometricamente certo che ogni inversione di trend su qualsiasi grafico ed orizzonte temporale debba necessariamente prevedere la violazione di una trend line.

 

In altre parole ogni inversione di trend nel 100% dei casi viola una trend line.

Il discorso cambia invece se ci chiediamo che probabilità ha una violazione di trend line a prevedere con esattezza un cambio di direzione.

La percentuale è molto più vicina al 50% di quanto si possa pensare.

 

Questo discorso statistico NON sminuisce però l'importanza e l'utilità della trend line.

Anche in questo caso la trend line è uno dei tanti strumenti di trading da utilizzare nel contesto di "confluenza di eventi".

 

Inoltre va segnalata anche l'elevata importanza dell'uso delle trend line per individuare i punti di ingresso e di uscita.

 

Veniamo ora all'uso di una speciale trend line: La TREND LINE di TOM DE MARK (d'ora in poi abbreviata in TD TDM).

 

Questa trend line ha un'importante peculiarità: è tracciata considerando esclusivamente gli ultimi due swings.

 

Inoltre teoricamente questa TD DM andrebbe disegnata da destra verso sinistra e poi estesa anche verso destra. In realtà però tutto questo NON è necessario, serve solo a rafforzare il concetto che va individuato bene l'ultimo massimo o minimo e solo successivamente il precedente massimo o minimo.

 

Bene possiamo utilizzare questa forma di trend line per individuare dei migliori punti di entrata e per calcolare delle proiezioni di prezzo per i nostri target.

 

 

Figure.

 

L’Analisi Tecnica fra l’altro prevede lo studio di “formazioni grafiche” tipiche che sembrano avere dei risultati statistici interessanti.

 

Le formazioni grafiche in oggetto sono state studiate allo scopo di individuare sistemi che conferissero maggiori probabilità dal punto di vista operativo nell’individuazione di un inversione di trend o nella continuazione del trend.

 

Pertanto le figure di analisi tecnica si suddividono in Figure di Inversione ed in Figure di Continuazione. Le prime si formano al culmine di una tendenza definita e anticipano l’avvio di un movimento contrario.

 

Le seconde si formano nel corso di una fase di assestamento, in attesa che i prezzi riprendano la direzione originaria o invertano il trend.

 

Le principali Figure di Inversioni sono:

- Testa e Spalle;

- Doppi e Tripli Massimi e Minimi;

- 1-2-3.

 

Le principali Figure di Continuazione sono:

 

  • Triangoli;

  • Bandiere;

  • Canali;

  • Cunei

 

E’ da evidenziare però che le Figure di Continuazione possono, anche se con meno ricorrenza, talvolta generare anche delle inversioni di tendenza.

 

Figure di Inversione.

Dopo aver analizzato il contesto dei mercati ed aver individuato la direzione del trend dominante e quindi la direzione principale in cui i prezzi si stanno dirigendo è opportuno prestare attenzione all’eventuale presenza di Figure di Inversione e quindi ad eventuali formazioni grafiche che allertino di una probabile inversione di tendenza.

Affinché si possa trattare di figura di inversione è necessario dunque che ci sia un trend ben determinato che possa invertire direzione, inoltre è necessario che la figura stessa sia perfettamente completa e chiara affinché si possa avere un segnale affidabile.

Qualora la figura di inversione non preannunci un inversione di tendenza è probabile che la figura stessa rappresenti un forte segnale che indichi la continuazione del trend originario.

Una delle figure di inversione più importante è sicuramente il modello grafico Testa e Spalle (Head and Shoulders).

Questa figura di inversione prende il nome di Testa e Spalle in quanto la sua conformazione grafica è costituita da tre onde, e quindi da tre massimi di cui il primo ed il terzo hanno la stessa altezza, proprio come le “spalle” mentre il massimo centrale, ossia il secondo è ad un livello più alto dei due massimi ai lati proprio come una “testa”.

Difatti la prima fase è caratterizzata da una fase di rialzo seguita da una correzione al ribasso che costruisce la “spalla sinistra”.

In un secondo momento riprende il trend rialzista che supera il precedente massimo (spalla sinistra) seguito poi da una correzione dei prezzi che riporta i prezzi sotto il massimo della prima fase a formare la “testa”.

L’ultima fase costituisce un ultimo rialzo più basso del precedente che si attesta nei pressi del massimo della spalla sinistra per poi correggere il movimento verso il basso e formare la “spalla destra”.

A questo punto però la figura Testa e Spalle non è ancora confermata.

Affinché la figura di inversione e quindi l’inversione di trend sia confermato è necessario che i prezzi perforino dall’alto verso il basso una trend line chiamata Linea del Collo o Neckline.

La Neckline è una linea di tendenze che collega i due minimi fra le spalle e la testa e cioè il punto in cui la spalla sinistra inizia a formare la testa con il punto in cui si inizia a formare la spalla destra.

A rottura della Neckline dunque le probabilità di un inversione di tendenza dovrebbero essere alte e quindi in questo punto potrebbe essere predisposto un ordine di entrata ribassista.

La Neckline è utilizzata anche per individuare un possibile livello di profitto e cioè il punto in cui si può uscire di posizione conseguendo un profitto.

I procedimenti per l’individuazione del target di profitto sono diversi ma quello più attendibile fra tutti, a mio avviso, è quello di calcolare dapprima la distanza espressa in pips tra il massimo della testa ed il punto della Neckline a cui corrisponde il massimo. Successivamente bisogna proiettare questo valore al di sotto del punto di rottura della Neckline. Il valore finale di questo procedimento rappresenta il target di profitto cui tendere utilizzando la figura di inversione Testa e Spalle, raggiunto il quale si può affermare che è avvenuta l’inversione di tendenza allertata dal pattern grafico.

Specularmente al Testa e Spalle, si può parlare di Testa e Spalle Rovesciato quando la figura di inversione si forma, all’inverso, al termine di un movimento rialzista.

Altra figura di inversione d’eccellenza è costituita dal Doppio o Triplo Massimo e dal Doppio o Triplo Minimo.

Per Doppio o Triplo Massimo si intende la figura di inversione del trend rialzista composto, come si può immaginare dal nome stesso, da 2 o 3 massimi. Nel pattern Doppio Massimo il primo massimo si forma al culmine del trend rialzista, dopodichè i prezzi ritracciano per avere poi un successivo slancio e formare il secondo massimo molto vicino al primo per poi rintracciare nuovamente.

Nel Triplo Massimo, il primo massimo si forma al culmine del trend rialzista, dopodichè i prezzi ritracciano per avere poi un successivo slancio e formare il secondo massimo molto vicino al primo per poi rintracciare nuovamente e slanciarsi nuovamente verso la formazione del terzo massimo in prossimità degli altri due per poi successivamente rintracciare nuovamente.

In entrambe le figure è necessario che ci sia un ulteriore conferma costituita dalla rottura a ribasso (dall’alto verso il basso) della base della figura e cioè del minimo più basso fra i massimi che costituiscono il doppio o il triplo massimo.

Anche in questo caso è possibile calcolare un’attendibile proiezione di prezzo calcolando la distanza espressa in pips fra il minimo sopra indicato ed i due o tre massimi. Bisogna poi proiettare questa distanza in pips al di sotto del minimo che con la sua rottura conferma la figura di inversione.

Specularmente al Doppio e Triplo Massimo si è in presenza di Doppio o Triplo Minimo allorquando la figura si forma, all’inverso, al termine di un movimento ribassista.

Figura di inversione molto simile al Doppio Massimo è costituita dal pattern 1-2-3.

La conformazione grafica di 1-2-3 è formata da un massimo (o minimo) seguito poi da un ritracciamento (o rally) e da un nuovo massimo (minimo) questa volta però inferiore al primo massimo (minimo). In pratica in seguito al primo massimo i prezzi provano a testarlo ma non hanno lo slancio necessario per raggiungerlo e quindi viene a crearsi un altro massimo ma inferiore al precedente.

 

 

 Figure di Inversione

Dopo aver analizzato il contesto dei mercati ed aver individuato la direzione del trend dominante e quindi la direzione principale in cui i prezzi si stanno dirigendo è opportuno prestare attenzione all’eventuale presenza di Figure di Inversione e quindi ad eventuali formazioni grafiche che allertino di una probabile inversione di tendenza.

Affinché si possa trattare di figura di inversione è necessario dunque che ci sia un trend ben determinato che possa invertire direzione, inoltre è necessario che la figura stessa sia perfettamente completa e chiara affinché si possa avere un segnale affidabile.

Qualora la figura di inversione non preannunci un inversione di tendenza è probabile che la figura stessa rappresenti un forte segnale che indichi la continuazione del trend originario.

Una delle figure di inversione più importante è sicuramente il modello grafico Testa e Spalle (Head and Shoulders).

Questa figura di inversione prende il nome di Testa e Spalle in quanto la sua conformazione grafica è costituita da tre onde, e quindi da tre massimi di cui il primo ed il terzo hanno la stessa altezza, proprio come le “spalle” mentre il massimo centrale, ossia il secondo è ad un livello più alto dei due massimi ai lati proprio come una “testa”.

Difatti la prima fase è caratterizzata da una fase di rialzo seguita da una correzione al ribasso che costruisce la “spalla sinistra”.

In un secondo momento riprende il trend rialzista che supera il precedente massimo (spalla sinistra) seguito poi da una correzione dei prezzi che riporta i prezzi sotto il massimo della prima fase a formare la “testa”.

L’ultima fase costituisce un ultimo rialzo più basso del precedente che si attesta nei pressi del massimo della spalla sinistra per poi correggere il movimento verso il basso e formare la “spalla destra”.

A questo punto però la figura Testa e Spalle non è ancora confermata.

Affinché la figura di inversione e quindi l’inversione di trend sia confermato è necessario che i prezzi perforino dall’alto verso il basso una trend line chiamata

Linea del Collo o Neckline.

La Neckline è una linea di tendenze che collega i due minimi fra le spalle e la testa e cioè il punto in cui la spalla sinistra inizia a formare la testa con il punto in cui si inizia a formare la spalla destra.

A rottura della neckline dunque le probabilità di un inversione di tendenza dovrebbero essere maggiori del 50% e quindi in questo punto potrebbe essere predisposto un ordine di entrata ribassista.

La Neckline è utilizzata anche per individuare un possibile livello di profitto e cioè il punto in cui si può uscire di posizione conseguendo un profitto.

I procedimenti per l’individuazione del target di profitto sono diversi ma quello più attendibile fra tutti è quello di calcolare dapprima la distanza espressa in pips tra il massimo della testa ed il punto della Neckline a cui corrisponde il massimo. Successivamente bisogna proiettare questo valore al di sotto del punto di rottura della Neckline. Il valore finale di questo procedimento rappresenta il target di profitto cui tendere utilizzando la figura di inversione Testa e Spalle, raggiunto il quale si può affermare che è avvenuta l’inversione di tendenza allertata dal pattern grafico. Specularmente al Testa e Spalle, si può parlare di Testa e Spalle Rovesciato quando la figura di inversione si forma, all’inverso, al termine di un movimento rialzista.

 

 

Altra figura di inversione d’eccellenza è costituita dal Doppio o Triplo Massimo e dal Doppio o Triplo Minimo.

Per Doppio o Triplo Massimo si intende la figura di inversione del trend rialzista composto, come si può immaginare dal nome stesso, da 2 o 3 massimi. Nel pattern Doppio Massimo il primo massimo si forma al culmine del trend rialzista, dopodiché i prezzi ritracciano per avere poi un successivo slancio e formare il secondo massimo molto vicino al primo per poi ritracciare nuovamente.

Nel Triplo Massimo, il primo massimo si forma al culmine del trend rialzista, dopodiché i prezzi stornano per avere poi un successivo slancio e formare il secondo massimo molto vicino al primo per poi ricadere nuovamente e slanciarsi nuovamente verso la formazione del terzo massimo in prossimità degli altri due per poi successivamente ritracciare nuovamente.

In entrambe le figure è necessario che ci sia un ulteriore conferma costituita dalla rottura a ribasso (dall’alto verso il basso) della base della figura e cioè del minimo più basso fra i massimi che costituiscono il doppio o il triplo massimo.

Anche in questo caso è possibile calcolare un’attendibile proiezione di prezzo calcolando la distanza espressa in pips fra il minimo sopra indicato e i due o tre massimi. Bisogna poi proiettare questa distanza in pips al di sotto del minimo che con la sua rottura conferma la figura di inversione.

Specularmente al Doppio e Triplo Massimo si è in presenza di Doppio o Triplo Minimo allorquando la figura si forma, all’inverso, al termine di un movimento ribassista.

Figura di inversione molto simile al Doppio Massimo è costituita dal pattern 1-2-3.

La conformazione grafica di 1-2-3 è formata da un massimo (o minimo) seguito poi da un ritracciamento (o rally) e da un nuovo massimo (minimo) questa volta però inferiore al primo massimo (minimo). In pratica in seguito al primo massimo i prezzi provano a testarlo ma non hanno lo slancio necessario per raggiungerlo e quindi viene a crearsi un altro massimo ma inferiore al precedente.

 

 

 

Supporti e Resistenze.

I concetti di Supporto e Resistenza rappresentano uno degli strumenti più importanti nel panorama dell’analisi tecnica.

Il Supporto è un particolare livello di prezzo per il quale le forze della domanda sono in grado di arrestare il ribasso dei prezzi per un determinato orizzonte temporale. In altre parole a livello di prezzo del supporto c’è uno sbilanciamento tra acquisti e vendite in favore dei primi che converte un movimento ribassista in un movimento rialzista.

La Resistenza è un particolare livello di prezzo per il quale le forze dell’offerta sono in grado di arrestare il rialzo dei prezzi per un determinato orizzonte temporale. In altre parole a livello di prezzo di resistenza c’è uno sbilanciamento tra acquisti e vendite in favore dei secondi che converte un movimento rialzista in un movimento ribassista.

 

I punti che costituiscono i supporti e le resistenze consentono quindi l’individuazione preventiva di determinati livelli attorno ai quali è probabile una correzione.

Le motivazioni di questo sbilanciamento di probabilità dipende dal comportamento degli operatori.

Una zona di resistenza può essere intesa come un’area critica dove una parte importante degli operatori ritiene che la coppia di valute sia sopravvalutata e che quindi sia un buon prezzo ed un buon momento per vendere, per chiudere le posizioni rialziste o per prendere profitto.

Una zona di supporto invece può essere vista come un’area critica dove una parte importante degli operatori ritiene che la coppia di valute sia sottovaluta e che quindi sia un buon prezzo e momento per acquistare, per chiudere posizioni ribassiste o per prendere profitto.

La lettura dell’uso di questi livello di prezzi è la seguente:

  • Un livello di supporto che riesce a contenere la flessione dei prezzi fornisce un segnale rialzista;

  • La decisa rottura al ribasso del livello di supporto costituisce un segnale strettamente ribassista;

  • La mancata rottura al rialzo di una resistenza fornisce indicazioni rialziste;

  • La perforazione a rialzo del livello di resistenza implica un rialzo.

L’affidabilità e la grandezza del movimento generate dai supporti e dalle resistenze dipende dal numero di operatori che programmano operazioni a quei livelli. In altre parole la variabile fondamentale di questi livelli è costituita dal consensus degli operatori.

Il modo migliore per stimare in maniera più efficace possibile il consensus degli operatori, e quindi la maniera più efficace per individuare validi livelli di supporto e resistenza, è quello di considerare la qualità e la quantità di informazioni che rendono probabile l’evento “inversione”.

Infatti quanti più elementi ci sono per considerare un livello di prezzo una possibile zona critica tanto più si avrà uno sbilanciamento delle probabilità in favore di un inversione dei prezzi.

Gli elementi da osservare affinché si possano avere supporti e resistenze a maggior probabilità di riuscita sono i seguenti:

  • L’affidabilità aumenta all’aumentare del numero di volte con cui un determinato livello di prezzo viene toccato senza essere oltrepassato;

  • Eventuali punti di massimo e di minimo relativi raggiunti dalle quotazioni costituiscono anche a distanza di molto tempo, un ottimo metodo per determinare livelli di supporto e resistenza;

  • Eventuali punti di massimo e di minimo assoluti;

  • Un livello di supporto definitivamente violato assume automaticamente la funzione di resistenza e viceversa;

  • I livelli di prezzo a cifra tonda che nel mercato forex terminano per “50”, “00” e “000” (ad esempio 1,2950, 1,3100, e 1,4000);

  • Livelli pivots;

  • Livelli che coincidono con le Medie Mobili;

  • Livelli che coincidono con Trend Line;

  • Livelli di massimo e minimo della seduta precedente e delle sedute della settimana in corso;

  • Movimenti laterali di mercato (che formano i Trading Range);

  • Le zone immediatamente superiori ed inferiori ai gap (anche se i gap sono meno frequenti nel forex e soprattutto sulle coppie di valute più quotate).

 

Indicatori.

Gli indicatori sono strumenti di analisi grafica che supportano le scelte del trader nella propria operatività.

L’indicatore non ha valori definiti fra i quali “oscillare” bensì fluttua intorno ad una linea di equilibro centrale senza avere limiti di nessuna sorta.

L’indicatore fondamentale che utilizzeremo per le nostre strategie è il Macd.

 

 

MACD

Il Macd Moving Average Convergence-Divergence è un indicatore basato sulle medie mobili, sviluppato da Gerald Apple ed è composto di due indicatori denominati Differential Line e Signal Line (e di un indicatore ad istogrammi).

E’ uno degli indicatori più completi, duttili e potenti riscontrabili sui grafici.

 

Si presenta visivamente con due linee di colore diverso chiamate Differntial Line e Signal Line (di solito blu e rosse) e da barre (istogrammi) di due diversi colori (di solito verdi e rosse).

 

La Differential Line è originata dalla successione di differenze, rilevate in ogni unità temporali, tra i valori assunti da una media mobile esponenziale con dominio di 12 termini (valore standard) e i valori generati da una media mobile esponenziale con dominio di 26 termini (valore standard). Più semplicemente la Diffential Line rappresenta la differenza tra due medie mobili esponenziali proprio per questo è chiamata “Linea della Differenza”.

La Differential Line ha come formula:

 

DL = EMA 12 – EMA 26

dove:

EMA 12 = Media Mobile Esponenziale di dominio 12

EMA 26 = Media Mobile Esponenziale di dominio 26

 

La Signal Line, detta anche Trigger Line, rappresenta l’effetto di una perequazione, attraverso una media mobile esponenziale con dominio di 9 termini (valore standard), dei dati caratteristici della Differential Line. In altre parole la “Linea del Segnale” non è altro che una medie mobile esponenziale della Differntial Line.

 

SL = EMA 9 (DL)

Dove:

EMA 9 = Media Mobile Esponenziale di dominio 9

DL = Differntial Line

 

 

Gli Istogrammi rappresentano invece la differenza tra la Differential Line e la Signal Line. In altre parole gli istogrammi raffigurano in modo immediato la differenza fra le due linee che costituiscono l’indicatore Macd. Quando la Differential Line è superiore alla Signal Line gli istogrammi sono di colore chiaro (di solito verde) ed avranno come base lo zero. Mentre quando la Differential Line è inferiore alla Signal Line gli istogrammi sono di colore scuro (di solito rosso) ed hanno come lato superiore lo zero.

 

IST = DL - SL

 

Dove:

DL = Differential Line

SL = Signal Line

 

 

Il settaggio standard del Macd prevede che la Differential Line sia calcolata con due medie mobili esponenziali a 12 e 26 periodi. La Signal Line invece deve avere periodo 9. Per cui i valori Macd standard sono 12 – 26 – 9.

Noi utilizzeremo sempre e comunque i valori standard che risponde perfettamente alle nostre esigenze di tempestività ed affidabilità dei segnali operativi. Nessuno vieta di cercare di individuare i valori che più si addicono alla propria operatività soggettiva, sebbene i valori 12,26,9 risultano adatti.

 

 

Ribadendo: dalla media mobile esponenziale a dominio inferiore e quindi quella più veloce (12 periodi) è sottratta la media mobile esponenziale a dominio superiore e quindi più lenta (26 periodi) in modo tale da evidenziare la differenza di crescita delle due diverse medie mobili.

E’ da notare che le medie mobili in generale seguono l’andamento dei prezzi e sono espresse proprio nella stessa unità di misura del prezzo, mentre lo strumento Macd e quindi la differenza delle due medie mobili che la compongono non è espressa nella stessa unità di misura del prezzo bensì costituirà un andamento intorno al valore zero (infatti il Macd è un indicatore).

 

Il Macd racchiude anche informazioni di momentum perché quando il prezzo cresce anche la media mobile veloce aumenterà di valore più velocemente rispetto alla media lenta e viceversa.

Infatti il Macd tende a seguire il movimento dei prezzi, quando il mercato avrà un rialzo l’indicatore presenterà dei rialzi. Quando invece il mercato avrà dei ribassi l’indicatore presenterà ribassi.

Ancora una volta il Macd rappresenta la differenza tra due medie mobili esponenziali di diverso dominio: tanto più sarà elevato questa differenza tanto più brusco è il movimento (rialzista se se Ema12 >Ema26 e ribassista se Ema12 <Ema26).

Il Macd fornisce anche informazioni di ipercomprato e di ipervenduto.

Non esistendo però livelli massimi o minimi predefiniti bisogna procedere all’analisi visiva del comportamento storico del Macd per individuare delle probabili zone di ipercomprato e di ipervenduto

Quando la differenza tra le due medie mobili è nulla il Macd presenterà valore zero. Proprio in quell’istante il Macd si troverà sulla linea di water line (linea di equilibro) posta proprio sul livello zero. Il Macd non oscilla fra un massimo o minimo prestabilito (non è un oscillatore come lo è invece lo stocastico) ma si muove a cavallo e cioè intorno alla water line.

Infatti se su un qualsiasi grafico vengono predisposte una media mobile esponenziale a 12 periodi ed una a 26 vedremo che quando queste due medie si incrociano (quando si incrociano significa che in quel preciso istante sono di pari valore e pertanto la loro differenza è pari a zero) la Differential Line assume valore zero (e viceversa).

 

In base al comportamento della Differential e della Signal Line si possono avere dei segnali operativi. Infatti il Macd può essere utilizzato nel seguente modo:

 

  • La Differntial Line incrocia dal basso verso l’alto la Signal Line: è un tipico segnale di rialzo che comporta dunque l’assunzione di posizioni long e la chiusura di eventuali posizioni short già in essere.

  • La Differntial Line incrocia dall’alto verso il basso la Signal Line: è un tipico segnale di ribasso che comporta dunque l’assunzione di posizioni short e la chiusura di eventuali posizioni long già in essere.

 

In entrambi i casi e quindi durante l’intersezione, le due linee assumono lo stesso valore (proprio nel momento dell’incrocio) per cui la loro differenza assume valore nullo (zero) ciò comporta che il grafico a istogrammi (le barre verdi e rosse presente che compongono l’indicatore) inizia ad appiattirsi nei pressi dell’incrocio per poi azzerarsi completamente.

Ciò implica che quando avvengono i due segnali operativi sopra esposti avverrà automaticamente e sempre anche l’azzeramento degli istogrammi (che rappresentano proprio la differenza fra le due linee componenti il Macd).

 

Allorquando si abbia dei segnali di acquisto o vendita derivanti da incroci delle due linee si avrà un segnale di conferma della direzione del trend nel momento in cui le stesse linee attraverseranno (e quindi incroceranno) la water line.

 

Un altro segnale di conferma e di forte direzionalità del mercato si ha quando la forbice fra le due linee si espande, in altre parole quando gli istogrammi dell’indicatore aumentano di dimensione.

 

Inoltre, visto che il Macd è composto essenzialmente da medie mobili (più precisamente differenza fra medie mobili esponenziali) risulta importante anche la direzione delle due linee stesse. Se le due linee sono rivolte verso il basso in genere il trend delle ultime barre di prezzo è ribassista. Se invece le linee sono rivolte verso l’alto in genere il trend delle ultime barre di prezzo è rialzista.

 

TREND FOLLOWING

Segnali LONG

Segnali SHORT

Differential Line e Signal Line

DL incrocia dal basso verso l’alto SL

DL incrocia dall’alto verso il basso SL

Water Line

DL e SL incrociano la WL dal basso verso l’alto

DL e SL incrociano la WL dall’alto verso il basso.

Direzione Linee e forbice

DL e SL puntano verso l’alto e la distanza fra loro è alta

DL e SL puntano verso il basso e la distanza fra loro è alta

 

 

 

E’ da notare che questo tipo di operatività utilizza l’uso del Macd come indicatore trend follower ed è quindi risaputo che l’efficacia dei segnali operativi di strumenti trend follower è elevatissima esclusivamente nelle fasi a forte direzionalità e quindi nei trend lunghi e ben definiti, sebbene va evidenziato che ci sono altri strumenti che possono integrare tale deficienza del Macd.

 

Infatti l’uso esclusivo degli indicatori trend follower genera molteplici falsi segnali (segnali operativi errati) nei momenti di pausa, incertezza o comunque laterali di mercato (si pensi anche alle fasi di accumulazione e di distribuzione).

 

Attenzione però, nonostante l’incrocio della Differential e della Signal Line siano ascrivibili ad un indicatore trend follower, il Macd può essere utilizzato anche in una veste tutt’altro che da trend follower. Come anticipato, il Macd è un indicatore completo, duttile e soprattutto potentissimo.

 

Infatti l’efficacia e la potenza di questo indicatore sono massime nell’uso delle Divergenze.

 

Nel mio stile di Trading utilizzo il Macd PREVALENTEMENTE per i segnali di DIVERGENZA.

 

La DIVERGENZA del MACD è un importante segnale che evidenzia una “divergenza” fra l’andamento del Macd e l’andamento dei prezzi. Si ha divergenza nel momento in cui la direzione dell’andamento del Macd “diverge” dalla direzione dell’andamento dei prezzi. In altre parole il Macd presenta una direzione opposta a quella dei prezzi.

 

Ci sono diversi tipi di divergenze del Macd in questa sede però saranno analizzate soltanto le più semplici.

Non è importante conoscere tutte le strategie dell’indicatore ma è importante specializzarsi su alcune in modo tale da padroneggiarle e da avere segnali ad altissima probabilità di riuscita. Soltanto dopo aver raggiunto performance elevate, ci si può dedicare all’approfondimento di altri segnali per aumentare il numero di trades.

 

Fra quelle che analizzeremo in questa sede ci sono:

  • DIVERGENZA POSITIVA che prevede un'inversione di trend da ribassista a rialzista.

  • DIVERGENZA NEGATIVA che prevede un'inversione di trend da rialzista a ribassista.

 

 

La DIVERGENZA NEGATIVA è una condizione nella quale i prezzi presentano un andamento rialzista mentre il Macd un movimento ribassista. Il movimento rialzista dei prezzi “diverge” dal movimento ribassista del Macd.

Nel dettaglio si ha divergenza negativa allorquando i prezzi hanno un andamento rialzista formando massimi crescenti mentre il Macd ha un andamento ribassista formando massimi decrescenti.

 

Per individuare visivamente e graficamente la divergenza negativa va disegnata una linea obliqua sui massimi crescenti dei prezzi (quindi un segmento obliquo dal lato di sopra dei prezzi in un movimento rialzista).

 

Va notata la differenza tra questa linea ed una comune trend line.

 

In un TREND RIALZISTA: La linea che dimostrerà la divergenza deve essere tracciata dal lato superiore dei massimi crescenti mentre la comune trend line, collega i minimi crescenti dal lato inferiore.

 

Bisogna fare attenzione a questa differenza che seppur minima può incidere sui risultati del trading, in quanto potrebbe esserci una trend line rialzista (che collega minimi crescenti) ma avere dei massimi decrescenti.

 

Un'altra linea obliqua andrà tracciata sui massimi decrescenti del MACD (quindi in questo caso la linea va tracciata dal lato superiore dei massimi). La linea da tracciare sui massimi del Macd assomiglia molto ad una trend line ribassista.

 

Si dice Divergenza del Macd proprio in relazione alla circostanza che l'andamento del Macd DIVERGE dall'andamento dei prezzi.

 

Nel nostro caso specifico si tratterà di DIVERGENZA NEGATIVA allorquando l'indicatore diverge dall'andamento dei prezzi:

 

il Macd tenderà verso il basso (da qui il nome di div negativa) intraprendendo quindi un trend ribassista e riscontrando massimi sempre più bassi mentre i prezzi tenderanno verso l'alto intraprendendo quindi un movimento rialzista e conseguendo massimi sempre più alti (questa ripeto è la diff con la trend line comune).

 

Come anticipato il Macd può essere usato oltre che per la divergenza di tipo negativo anche per la Divergenza Positiva.

 

Utilizziamo la divergenza negativa per prevedere un'inversione del trend da rialzista a ribassista.

 

Utilizzeremo invece la Divergenza Positiva per prevedere un cambio di tendenza da ribassista a rialzista. Dunque la Divergenza Positiva è utilizzata al fine di prevedere dei rialzi.

 

Si tratterà di DIVERGENZA POSITIVA allorquando i prezzi stanno scendendo formando minimi sempre più bassi, mentre le linee Macd stanno salendo formando minimi sempre più alti.

 

In pratica va disegnata una linea obliqua sotto i minimi decrescenti dei prezzi (quindi dal lato inferiore dei prezzi in un movimento ribassista).

 

Anche in questo caso è da notare assolutamente la differenza tra questa linea ed una comune trend line (proprio come nel caso della div. negativa).

 

In un TREND RIBASSISTA: La linea che dimostrerà la divergenza deve essere tracciata dal lato inferiore dei minimi decrescenti mentre la comune trend line, collega i massimi decrescenti dal lato superiore.

 

Anche nella divergenza positiva è quindi importante prestare attenzione a questa differenza che seppur minima può incidere sui risultati del nostro trading.

 

Un'altra linea obliqua andrà tracciata sotto i minimi crescenti del Macd (quindi in questo caso la linea va tracciata dal lato inferiore dei minimi). La linea da tracciare sotto i minimi del Macd assomiglia molto ad una trend line rialzista.

 

Quindi proprio come nella divergenza negativa c'è una divergenza, una discrepanza fra la direzione dell'andamento dei prezzi e la direzione dell'andamento del Macd.

 

In particolare nella Divergenza Positiva la divergenza si riscontra nella circostanza che i prezzi hanno un movimento ribassista, mentre il Macd ha un movimento rialzista. La divergenza si risolverà nella maggior parte dei casi nella direzione rialzista del Macd.

 

In entrambi i tipi di divergenze sopra spiegati sono riscontrabili due onde sia nel movimento dei prezzi che delle linee del Macd. Concentriamoci ora sulle due onde del movimento del Macd.

Una delle condizioni perché si abbia divergenza è quella che il Macd formi due massimi (decrescenti, questo nella divergenza negativa) o due minimi (crescenti nella divergenza positiva).

 

La divergenza del Macd funziona, sia essa positiva o negativa, su ogni time frame. Risulta ovvio che quanto maggiore risulterà il time frame tanto maggiore risulteranno i movimenti di prezzo.

Ad esempio il movimento di prezzo di una Divergenza individuata su un grafico a 5’ risulterà di gran lunga inferiore ad una Divergenza di prezzo riscontrata su un grafico a 4 ore.

Per quanto riguarda la frequenza, più basso è il time frame tanto più saranno frequenti le Divergenze di prezzo.

In altre parole le Divergenze riscontrabili su time frame inferiori generano segnali più frequenti ma con movimenti di prezzo più contenuti, mentre le Divergenze riscontrabili su time frame superiori generano segnali meno frequenti ma con movimenti di prezzo più estesi.

Risulta dunque un “trade off”, una relazione inversa, tra frequenza segnale e movimento prezzo.

 

Nel mio sistema di trading ESCLUDO aprioristicamente l'utilizzo della divergenza per un time frame inferiore a 15 minuti.

Per questo stile di trading infatti risulta inutile, ad esempio, lavorare su divergenze del macd su grafici a 5 minuti. Scendere sotto la soglia dei 15’ significherebbe fare scalping e non mirare ad ampi movimento di prezzo.

E' buona norma, invece, concentrarsi su Divergenze del Macd su grafici orari i quali ci avviseranno di probabili forti movimenti di prezzo di discreto ammontare di pips.

Importanti anche le più frequenti Divergenze sui grafici a 15’.

Molto profittevole ma molto meno frequentemente potremmo approfittare della potenza delle tendenze di prezzi segnalate da divergenze del macd su time frame ampi come quelli giornalieri e settimanali.

Sfrutteremo queste importanti segnalazioni (Divergenze Macd giornaliere e settimanali) lavorando anche con Divergenza del Macd sul time frame orario avendo questa volta obiettivi di profitto maggiore.

 

 

 

 

Nelle operatività andranno utilizzate parte dei concetti che vengono insegnati al Corso di Trading a Capitale Garantito e parte dei concetti che spieghiamo al Corso di Trading speculativo.